Guida in stato di alterazione psico-fisica? Cosa fare.

Commento alla sentenza della Cassazione penale sez. IV, 13/11/2019, n.49178 relativamente alla guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di stupefacenti. Il quesito: cosa deve effettivamente valutare il giudice perchè scatti l’art. 187 c.d.s.?

Art. 187 CDS: La necessità di dimostrare lo stato di alterazione psico-fisica durante la guida.

Nell’ambito della giurisprudenza relativa all’articolo 187 del C.d.s. si pone l’accento sulla necessità di dimostrare lo stato di alterazione psico-fisica al momento della guida. Alterazione derivante dall’assunzione di sostanze stupefacenti.

Tale principio è emerso chiaramente in una recente sentenza della Corte di Cassazione. La stessa si è preoccupata della necessità di dimostrare non solo l’uso di sostanze stupefacenti ma, è indispensabile provare l’alterazione delle condizioni psico-fisiche durante la guida del veicolo.

Il ragionamento del giudice in base all’articolo 187 CDS.

Nel caso esaminato dalla Corte d’appello di Bologna, il giudice ha confermato la sentenza di primo grado. L’imputato è stato dichiarato responsabile del reato di guida in stato di alterazione da sostanze stupefacenti, in seguito a un incidente stradale. Tuttavia, il giudice di Cassazione ha annullato questa decisione. Si è evidenziato la mancanza di un’adeguata argomentazione riguardo all’elemento essenziale della fattispecie illecita: lo stato di alterazione psico-fisica durante la guida.

Il principio che risponde al quesito per la guida in stato di alterazione psico-fisica.

La condotta tipica del reato previsto dall’art. 187 c. strad. non è quella di chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, bensì quella di, colui che guida “in stato d’alterazione psicofisica ” determinato da tale assunzione.

Dunque, perché possa affermarsi la responsabilità dell’agente non è sufficiente provare che, precedentemente al momento in cui lo stesso si è posto alla guida, egli abbia assunto stupefacenti, ma altresì che egli guidava in stato d’alterazione causato da tale assunzione, esigendosi così l’accertamento di uno stato di coscienza modificato dall’assunzione di sostanze stupefacenti.

tale complessità probatoria si impone a garanzia dell’imputato, in quanto le tracce degli stupefacenti permangono nel tempo, sicché l’esame tecnico potrebbe avere un esito positivo in relazione a un soggetto che ha assunto la sostanza giorni addietro e che, pertanto, non si trova al momento del fatto in stato di alterazione.

In quest’ottica, occorrendo coniugare il disposto normativo (che impone il riscontro sui liquidi biologici) con il principio del libero convincimento del giudice, a fronte di un accertamento positivo sui liquidi biologici (esame delle urine), lo stato attuale di alterazione può essere provato valorizzando elementi sintomatici esterni (ad esempio, stato confusionale dell’imputato riscontrato al momento del fatto, dichiarazioni rese agli operanti nel corso del controllo di aver assunto da poco sostanze stupefacenti, ecc.), ritenuti utili per neutralizzare quella valenza dimostrativa equivoca propria dell’esame sulle urine, senza la necessità, peraltro, né di una specifica analisi medica, né del compimento di un’analisi su due diversi liquidi biologici.

(nella specie, la Corte, annullando con rinvio la sentenza, ha però escluso che la prova dell’alterazione potesse desumersi dal fatto che l’imputato sia rimasto coinvolto in un incidente, per il fatto che l’eziologia di questo ben può ricondursi a cause diverse dall’alterazione ipotizzata, che deve riguardare una situazione soggettiva dell’imputato).

Fonte:Guida al diritto 2020, 10, 86

La decisione della Corte di Cassazione considerato l’Art 187 CDS.

La Corte di Cassazione, per questo caso di guida in stato di alterazione psico-fisicaha disposto l’annullamento della sentenza impugnata. Ha ordinato un nuovo giudizio presso la Corte d’appello di Bologna, diversa sezione. Scopo del nuovo giudizio la valutazione correttamente la presenza dello stato di alterazione psico-fisica durante la guida dell’imputato.

Nel caso specifico, il giudice di Cassazione ha sottolineato che è essenziale non solo accertare l’uso di sostanze stupefacenti da parte dell’individuo, ma anche dimostrare l’influenza di tali sostanze sulle sue condizioni psico-fisiche durante la guida. Questo principio, fondamentale per l’applicazione dell’art. 187 del Codice della Strada, è stato ribadito come requisito indispensabile per la configurazione del reato.

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